mercoledì 6 giugno 2007

Minoranze economiche

Il Piccolo 02/06/07

Euroregione, primi scenari: la minoranza italiana punta all'autonomia economica Convegno a Capodistria. Gli sloveni in Italia chiedono la piena attuazione della legge di tutela globale
Tremul teme per l’unitarietà dopo l’ingresso di Lubiana nell’area Schengen

Euroregione, primi scenari: la minoranza italiana punta all’autonomia economica

CAPODISTRIA Le minoranze italiana in Slovenia e Croazia e slovena in Italia sono una grande risorsa per il territorio, ma perché possano esprimere appieno le loro potenzialità ed essere davvero un fattore integrante nell'area altoadriatica, deve essere loro consentito di crescere e di operare in un clima di serenità e fiducia. Questo, in sintesi, il messaggio principale emerso dal convegno di studi sul «Ruolo delle due comunità nazionali… nella futura Euroregione, nei processi di integrazione europea e nella cooperazione transfrontaliera», organizzato ieri a Capodistria dall'Unione italiana e dall'Skgz (Unione culturale economica slovena) nell'ambito del progetto «SA.PE.VA. Studio, analisi, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e linguistico delle comunità nazionali italiana e slovena nell'area transfrontaliera», finanziato dal Programma di iniziativa comunitaria Interreg IIIA Italia–Slovenia. Il convegno è stato un'occasione per rinsaldare la collaborazione tra le due minoranze, ma anche per evidenziare alcuni problemi. Il principale, per quanto riguarda la comunità slovena, riguarda il ritardo nell'applicazione della legge di tutela globale, questione che dovrebbe sbloccarsi a partire dal 15 giugno, ossia dalla prossima riunione del Comitato paritetico e dalla definitiva perimetrazione del territorio di applicazione della normativa. In quanto alla minoranza italiana, invece, i problemi chiave sono due: il mancato rispetto delle norme di tutela (buone sulla carta, ma spesso e volentieri disattese nella prassi, ndr.) e l'inesistenza di una base economica, cosa che rende la comunità italiana eccessivamente dipendente dai soldi pubblici ma che ostacola anche il radicamento sul territorio. Invece, come ha sottolineato il presidente dell'Skgz Rudi Pavsic, le minoranze non dovrebbero essere considerate «un problema di bilancio, ma un investimento sul territorio». Il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Maurizio Tremul ha voluto evidenziare inoltre i rischi dell'inasprimento del regime di confine tra Slovenia e Croazia, dopo che la Slovenia sarà entrata nell'area Schengen e le frontiere tra Slovenia e Italia non ci saranno più. Per evitare che quello tra Slovenia e Croazia diventi un nuovo muro, e che ne risenta la minoranza italiana, gli italiani di queste terre, ha spiegato Tremul, considerano la futura Euroregione e i progetti europei strumenti importantissimi. In questo contesto, secondo il presidente della Comunità autogestita costiera della minoranza italiana (Can) Flavio Forlani, il ruolo delle minoranze, cancellati alcuni confini geografici, è di contribuire all'eliminazione dei confini mentali ancora presenti sia nell'opinione pubblica che nella sfera politica. Nei vari interventi sono stati rilevati pure i problemi legati alla proposta di Risoluzione sulle comunità nazionali italiana e ungherese nella repubblica di Slovenia, documento che dovrebbe essere approvato dal Parlamento sloveno ma che non dà risposte concrete ai problemi delle minoranze e in particolare al loro calo numerico evidenziato nel Censimento 2002, nonchè la questione della regionalizzazione della Slovenia. La minoranza italiana è sempre convinta che una regione a statuto speciale che comprendesse i comuni di Capodistria, Isola e Pirano sarebbe la soluzione migliore per la tutela dei suoi diritti. Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, il direttore dell'Ufficio governativo sloveno per le minoranze Stanko Baluh, il direttore del direttorato per le questioni europee e bilaterali del Ministero Affari esteri sloveno Bogdan Benko, l'ambasciatore d'Italia a Lubiana Daniele Verga, il console generale d'Italia a Capodistria Carlo Gambacurta, e il sottosegretario italiano all'Interno Ettore Rosato. Il modo in cui le due minoranze stanno collaborando e tutto quanto hanno fatto finora per crescere insieme, secondo Rosato, è «un modello ed esempio di quanto si può fare nella costruzione della nuova Europa». Il terzo ed ultimo convegno del progetto SA.PE.VA., dopo quello di ieri e il primo che si è tenuto in gennaio a Gorizia, avrà luogo a fine anno a Trieste.

Interessante articolo pubblicato su Il Piccolo di Trieste... ancora una volta gli stessi esponenti dell'Unione Italiana con sede a Fiume/Rijeka esprimono ben in chiaro il loro progetto per divenire soggetti in ambito economico prima che politico.

Tutto meno che soggetti protagonisti sul pino della tutela della cultura e dei tratti caratteristici della civiltà istriana!

Tutelare gli interessi economici va bene ma chi tutela il patrimonio artistico italiano anche minore in Istria? E le sepolture italiane??

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