lunedì 11 giugno 2007

Il 12 giugno è la vera liberazione di Trieste?

Si legge oggi sul sito dell'Unione degli Istriani - LIbera Provincia dell'Istria in Esilio quanto segue. E' un testo che fa riflettere e che non mancherà di suscitare, anche qui a Telemaconet , ragionamenti e considerazioni.

UNIONE DEGLI ISTRIANI
LIBERA PROVINCIA DELL'ISTRIA



COMUNICATO STAMPA

Martedì prossimo la solenne commemorazione sul Colle di san Giusto, promossa ogni anno
dall'Unione degli Istriani e dalle associazioni combattentistiche e d'arma
Il 12 giugno tradizionale cerimonia in ricordo della vera Liberazione di Trieste
Nella ricorrenza del 62° anniversario del ritiro delle truppe titine da Trieste, previsto anche
l'intervento del presidente Lacota


Anche quest'anno, il 12 giugno verrà celebrata solennemente la ricorrenza della Liberazione
di Trieste dall'occupazione jugoslava, durata appena quarantadue giorni, durante i quali però la città conobbe momenti di terrore, violenze e barbarie mai conosciute prima, con centinaia di
infoibamenti selvaggi che coinvolsero italiani, sloveni e serbi di Trieste e dell'Istria, vittime spesso innocenti di una furia omicida e sanguinaria che coinvolse anche, nello stesso periodo, molte centinaia di goriziani.

I Quarantadue Giorni di Terrore e violenza

L'occupazione jugoslava di Trieste inizia dopo l'insurrezione di Fonda Savio e don Marzari
contro i Tedeschi all'alba del 30 aprile 1945, che pur ridotti ad una sorta di retro-guardie non
disposti a recedere dai combattimenti: infatti il grosso delle Truppe della Wehrmacht e della
Kriegsmarine è già sulla via del ritorno.

Dopo sanguinosi scontri a fuoco i "Volontari della Libertà" hanno il controllo di buona parte
della città ed issano il Tricolore sul palazzo comunale e sulla Prefettura, ma i Tedeschi rifiutano di arrendersi per consegnarsi agli Alleati.

Il 1° maggio, quelli che Togliatti invita i triestini a chiamare "liberatori" e che arrivano in città sono i partigiani jugoslavi, che organizzati meglio ripeteranno le stragi commesse in Istria dopo l'8 settembre 1943.

Le milizie jugoslave del IX Korpus sloveno e della IV armata di Petar Drapsin, giunte in città a marze forzate per precedere gli anglo-americani (che arriveranno il giorno seguente con la 2
Divisione neozelandese del gen. Freyberg) disconoscono da subito i "Volontari della Libertà" ed assumono pieni poteri. Affidano il comando a Josip Cemi, sostituito poi dal gen. Dusan Kveder.
Impongono, a guerra finita, un lungo coprifuoco (dalle 15 alle 10!), limitano la circolazione dei
veicoli, dispongono il passaggio all'ora legale per uniformare la Città al "resto della Jugoslavia" e
danno carta bianca alla polizia politica, l'OZNA, le cui modalità d'azione superarono quelle della
Gestapo. Prelevano giornalmente dalle case i cittadini, pochi fascisti o collaborazionisti, ma molti combattenti della Guerra di Liberazione.

L'otto maggio proclamano Trieste "città autonoma" nella "Settima Repubblica Federativa di Jugoslavia", con le altre sei: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, e
Macedonia. L'unico quotidiano è "Il nostro Avvenire", schierato in funzione anti italiana.
In città vige il tenore, si scopre presto dove vanno a finire i cittadini arrestati oppure prelevati nottetempo dalle proprie abitazioni: nelle foibe o nei campi di concentramento, come quello di Borovnica, anticamera della morte. Arresti indiscriminati, confische, requisizioni, violenze
d'ogni genere, ruberie, terrorizzano ed esasperano triestini ed istriani che invano richiedono l'aiuto del Comando Alleato.

La prima settimana di giugno gli Angloamericani, bisognosi di dispone del porto di Trieste
per le linee di comunicazione verso l'Europa centrale, intimano alle truppe slave di ritirarsi aldilà della "Linea Morgan", facendo affluire due Divisioni, ed alcune unità navali da combattimento. Il 9 giugno Tito, constatata l'indisponibilità di Stalin a sostenere l'ambizione jugoslava, a Belgrado, fa arretrare le sue truppe, sottoscrivendo l'accordo proposto dagli Angloamericani: un accordo che costituirà anche lo sciagurato prodromo della definitiva perdita dell'Istria .

Il 12 giugno del 1945 l'evacuazione ha termine e la città è libera dal terrore. In città restano gli irriducibili, i sostenitori, che proseguiranno la lotta, non disdegnando ancora il ricorso alla pratica delle foibe.

Sono stati quaranatadue giorni di supplizio per la città” spiega il presidente dell'Unione degli Istriani Massimiliano Lacota “che però ancora oggi qualcuno, come Togliatti allora, intende salvaguardare in una mendace ed oltraggiosa memoria come giorni di Liberazione. In realtà, quella fu l'occupazione peggiore che Trieste conobbe nel corso della sua millenaria storia”.

Il 12 giugno deve necessariamente essere elevato a ricorrenza solenne del Comune di Trieste, è una richiesta che l'Unione degli istriani, che da anni commemora l'evento, ha già presentato più volte nel corso degli ultimi due anni”. “E' un preciso dovere degli amministratori della città e dei
rappresentanti delle varie componenti etniche della città sostenere questa sacrosanta istanza,
poiché a subirne le conseguenze non furono soltanto italiani ma chiunque, sloveni, croati, serbi, non si allineava all'imperialismo jugoslavo
” conclude Lacota.
UNIONE DEGLI ISTRIANI


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